Criminalizzazione delle migrazioni, solidarietà e pratiche di resistenza lungo la rotta del Mediterraneo centrale

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VITE IN TRANSITO

MOBILITÀ INFRA-EUROPEA DEI RIFUGIATI E NEGOZIAZIONE DEI CONFINI

Lezione inaugurale del corso di Clinica del Diritto dell’Immigrazione e
della Cittadinanza (a.a. 2021-2022)

Vite in transito. Mobilità infra-Europea dei rifugiati e negoziazione dei confini

Elena Fontanari, Università di Milano

Martedì 26 ottobre 2021 – ore 14.15
AULA 4 – Via Ostiense 139
(on-line su Teams)

Per iscriversi, inviare una mail a: carlo.caprioglio@uniroma3.it

Locandina

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Una rete territoriale per supportare le donne migranti richiedenti asilo e rifugiate che hanno subito violenza

LEAVING VIOLENCE. LIVING SAFE

Una rete territoriale per supportare

le donne migranti richiedenti asilo e rifugiate che hanno subito violenza

Casa delle donne Lucha Y Siesta – Clinica del diritto dell’immigrazione e della cittadinanza, Roma3

Via Ostiense 139, I piano, Aula 4

18 Ottobre 2021, ore 15.30 – 19.30

Si stima che oltre il 90 per cento delle donne che hanno fatto richiesta di asilo in Italia abbiano subito una qualche forma di violenza. Sono migliaia le donne che lasciano il proprio paese per sottrarsi a una situazione di abuso e discriminazione, durante il viaggio subiscono e sono testimoni di violenze inenarrabili, a volte gli abusi e le violenze si ripetono o continuano anche in Italia.

Da 4 anni D.i.Re Donne in rete contro la violenza – la più grande organizzazione nazionale che si occupa di violenza contro le donne – ha avviato in partenariato con Unhcr, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, il progetto “Leaving violence. Living safe” per facilitare l’accesso ai centri antiviolenza, ai servizi e alle altre risorse sul territorio da parte di donne rifugiate, richiedenti asilo e migranti, promuovendo la diffusione di informazioni accurate e la rimozione di potenziali impedimenti alla fruizione di tali servizi.

La Casa delle donne Lucha Y Siesta è una delle organizzazioni della rete D.i.Re che supporta il progetto Leaving Violence. Living Safe.

Questo incontro nasce dalla volontà di stringere e rafforzare le relazioni esistenti, per far fronte all’attuale situazione di criticità e incertezza che vede coinvolti gli enti preposti all’accoglienza di persone richiedenti protezione internazionale e rifugiate e le istituzioni del territorio, e continuare a costruire percorsi efficaci di fuoriuscita e prevenzione della violenza sessuale, di genere e strutturale che influenza l’integrazione di donnemigranti, richiedenti asilo e rifugiate.

PROGRAMMA

Registrazione dei/lle partecipanti partecipanti

Il progetto Leaving violence. Leaving safe

Irina Lenzi, D.i.Re coordinatrice del progetto e Lucha y Siesta

Presentazione partecipanti

Il fenomeno della violenza contro le donne rifugiate e richiedenti asilo: nei paesi d’origine, in transito e in Italia

Nardos Neamin, Unhcr Protection Associate SGBV

Tratta di esseri umani e Protezione internazionale: emersione dei bisogni, strumenti di referral e accesso alla protezione.

Be Free ed Enrica Rigo, Dipartimento di giurisprudenza Università Roma 3

La normalizzazione della violenza sofferta dalle donne migranti nei paesi di origine e transito: quali strumenti e quali reti tra soggetti che si occupano di accoglienza e soggetti che si occupano di violenza di genere?

Martina Millefiorini, Clinica del diritto dell’immigrazione e della cittadinanza Università Roma 3

Servizi e stereotipi nell’assistenza alle donne migranti e rifugiate: quali limiti nei servizi? Quali strumenti per facilitare l’accesso ai servizi?

A cura di Rosa Paolella MSF, Maria Rossi e Behts Ampuero Asinitas

La violenza strutturale e l’accesso al lavoro e all’istruzione: quali limiti nella costruzione di percorsi di autonomia?

Irene Proietto, Clinica del diritto dell’immigrazione e della cittadinanza Università Roma 3

Ripensare l’accoglienza per costruire percorsi efficaci di fuoriuscita e prevenzione dalla violenza per donne migranti, richiedenti asilo e rifugiate: definizione dei prossimi passi e chiusura dell’evento

Discussione tra le organizzazioni e istituzioni del territorio facilitata da Cristiana Scoppa, D.i.Re – Nardos Neamin, Unhcr Protection Associate SGBV

Informazioni e contatti: Casa delle Donne Lucha Y Siesta, https://luchaysiesta.wordpress.com/, mail:

segreterialys@gmail.com, tel: 3291279117

Facilitazione: Cristiana Scoppa, ufficio stampa – D.i.Re

Zoom host: Giulia Corgiat Mecio – D.i.Re

Locandina

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Una buona notizia

Il Tribunale di Roma ha riconosciuto la protezione sussidiaria a una ricorrente della Clinica, di nazionalità di El Salvador, sulla base di una complessa e approfondita ricostruzione della situazione del paese di origine che offre ampio riscontro alle ragioni addotte dalla richiedente.

Secondo il giudice, infatti, la situazione di violenza diffusa e la corruzione sistemica degli apparati di sicurezza, e in particolare il ruolo delle gang (“maras”) che controllano interi quartieri e delle pratiche estorsive che colpisono specialmente le donne e i giovani, costituiscono un riscontro rispetto al «timore della ricorrente che se rimpatriata sarebbe condannata a vivere chiusa nella “colonia” di appartenza, rischiando seriamente di essere bersaglio di violente minacce, per il solo fatto di uscire dal quartiere assoggettato alla violenza indiscriminata della pandilla allo scopo di esercitare, nell’ambito di in un territorio sottoposto al controllo di altra pandilla, semplici e ordinarie attività della vita quotidiana, come frequentare l’Università: “…se non fossi andata all’università avrei potuto stare tranquilla…. sono sempre stata a casa ….cercavo di stare chiusa …dal momento che inizio a uscire , anche ad andare nel centro della città avrei paura che qualcosa mi accada”, condizione che rivela come costei sia meritevole del riconoscimento della protezione sussidiaria ai sensi dell’art. 14, lett. c), d.lgs. 251/2007».

Clicca qui per leggere l’ordinanza

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Aggiornamento sulle attività di tutela dei diritti della Clinica

Il Tribunale di Roma ha accolto il ricorso della Clinica e ha riconosciuto lo status di rifugiata a C., giovane donna nigeriana vittima di tratta e di mutilazioni genitali femminili.

Secondo la giudice, infatti:

«[…] alla luce delle informazioni sulla situazione obiettiva del paese di origine (Nigeria, n.d.r), della vicenda personale della ricorrente, in primo luogo, quale vittima di tratta degli esseri umani, alla presenza di indicatori che corrispondono agli indici ufficialmente riconosciuti nel contesto dei flussi migratori misti nella rotta del Mediterraneo (età, stato di provenienza, regione e città di provenienza, etnia, condizione familiare, economica e sociale, percorso migratorio e trascorso personale in Nigeria) […]; in secondo luogo, quale vittima della pratica delle mutilazioni genitali femminili; alla luce, infine, delle conseguenze di un ritorno in Nigeria, quali la percezione sociale negativa da parte della società delle donne vittime di tratta per scopo sessuale e delle donne che si oppongono alle mutilazioni genitali femminili, del rischio di future esperienze di tratta, considerata la sussistenza, nel caso in esame, di tutti gli elementi per il riconoscimento dello status di rifugiato, risulta chiaro che la ricorrente, in quanto percepita come appartenente ad un particolare gruppo sociale, possa subire il rischio diretto e concreto di persecuzioni future in caso di ritorno nel suo paese d’origine. Pertanto, ricorrono i presupposti per attribuire alla ricorrente lo status di rifugiato».

Leggi il testo integrale dell’ordinanza

Il ricorso è stato redatto dalle studentesse e dagli studenti della clinica legale sotto la supervisione degli avvocati, che lo hanno poi depositato e discusso. A tutti loro va il merito del buon esito raggiunto. 

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Guida al riconoscimento dei titoli di studio per cittadini stranieri

Finalmente la nostra Guida al riconoscimento dei titoli di studio per cittadini stranieri è pronta per circolare e diventare uno strumento utile a sportelli legali, associazioni e cittadine e cittadini migranti che vogliano procedere al riconoscimento dei propri titoli di studio e professionali in Italia.

La Guida si propone, infatti, di fornire indicazioni pratiche, in modo chiaro e sintetico, rispetto alle procedure di riconoscimento dei titoli di studio stranieri e delle qualifiche professionali in Italia. 

La Guida è intesa come uno strumentario utile a supportare le persone migranti nell’esercizio del diritto di studio, nell’accesso al lavoro e alle professioni desiderate che costituiscono un momento essenziale dei loro percorsi migratori e di vita. 

La Guida è realizzata da Irene Proietto, Cecilia Ciobanu, Chiara Petruccioli, Silvia Tripiciano e Livia Stamme, sotto la supervisione di Beatrice Tirinelli. L’elaborazione grafica è di Irene Proietto.

La Guida è stata realizzata in collaborazione con l’associazione Diritti di Frontiera e la Casa delle Donne Lucha y Siesta, con il supporto dalla Fondazione Haiku Lugano.

Per favorire la libera circolazione del sapere è consentita la riproduzione del presente vademecum purché non a scopo commerciale.

 

 

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EBCG SYSTEMIC ACCOUNTABILITY AND THE ROMA TRE LAW CLINIC – International webinar

 

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Aggiornamento sulle attività di tutela dei diritti della Clinica

 

Il Tribunale di Roma dà ragione alla Clinica in tre procedimenti in materia di protezione internazionale.

Nel primo giudizio, il Tribunale accoglie il ricorso avverso il provvedimento di inammissibilità della domanda reiterata e dichiara il diritto del ricorrente, cittadino del Senegal, al rilascio di un permesso di protezione speciale ex artt. 32 del D.lgs. n. 25/2008 e 19 TUI, commi 1 e 1.1, come novellato dal D.L. n.130/2020, convertito in legge n. 173/2020. Le gravi conseguenze sullo stato di salute del ricorrente, a seguito della situazione vissuta nel paese di origine, la necessità di un ciclo specialistico di sedute di psichiatria, che non ha potuto intraprendere a causa della grave situazione lavorativa e sanitaria italiana, nonché le gravi e documentate carenze del sistema sanitario senegalese, fondano una valutazione di inespellibilità del richiedente, che sarebbe esposto a trattamenti inumani e degradanti ove rimpatriato nel paese di origine.

Nel secondo e nel terzo, con motivazioni sostanzialmente analoghe, i giudici riconoscono la protezione sussidiaria, ai sensi degli artt.  5, lettera c) e 14, lett. b), del D.lgs. 2007 n. 251, a due richiedenti colombiani. Per effetto della situazione di insicurezza e violenza che caratterizza i luoghi di provenienza e dell’incapacità dello Stato di offrire una protezione effettiva e duratura  attraverso adeguate misure che possano impedire atti persecutori o danni gravi, a causa della corruzione dilagante in tutto l’apparato statale in generale e, in modo particolare, nei corpi di polizia, sussiste per i ricorrenti un pericolo reale e diffuso di essere sottoposti a trattamenti degradanti qualora facessero rientro in Colombia.

Le studentesse e gli studenti della Clinica hanno partecipato attivamente all’istruzione dei casi e alla redazione degli atti, sotto la supervisione degli avvocati della Clinica. A loro va il merito del buon esito dei ricorsi.

 

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La cittadinanza in Italia: una storia di lotte e riforme incompiute

con Edith Fatoumata Maiga

Italiani Senza Cittadinanza – UMAD (United Mind of the African Diaspora)

Martedì 24 novembre 2020, ore 14.15.

La lezione si svolge nell’ambito del corso di Clinica del diritto dell’immigrazione e della cittadinanza a.a. 2020-2021.

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Aggiornamento sulle attività di tutela dei diritti della Clinica

La Corte di Appello di Roma, giudicando in sede di rinvio dopo che la Corte di Cassazione aveva annullato la precedente sentenza della stessa Corte di Appello, ha riconosciuto la protezione sussidiaria a un assistito della Clinica, cittadino del Mali, riconoscendo la protezione sussidiaria ex art. 2, lett. g) e lett. h), del d.lgs. 19-11-2007 n. 251. 

Leggi la sentenza

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