Il Tribunale di Roma ha riconosciuto la protezione sussidiaria a un richiedente asilo nigeriano assistito dalla Clinica.
Il giudice ritiene sussistente un pericolo di danno grave, in particolare, in considerazione dell’omosessualità e della religione cristiana professata dal ricorrente, in un contesto del Paese ove l’omosessualità è ancora considerata un reato e sono sempre crescenti gli scontri tra cristiani e musulmani.
Il giudice adempie inoltre all’onere d’indagine, esercitando i poteri officiosi ex art. 8 D. Lgs. n. 25 del 2008, al fine di verificare la situazione del paese ove dovrebbe essere disposto il rientro.
Tale indagine porta il giudice a concludere che la situazione di instabilità e di violenza diffusa coinvolge praticamente tutto il paese (Nigeria), dimostrando il serio rischio per l’incolumità fisica cui sono esposti i civili, oltre alla continua e radicata violazione dei diritti fondamentali della persona.
Per tali motivi, il giudice riconosce al ricorrente la protezione internazionale sussidiaria, fondata sulla particolare gravità della situazione del paese di origine, sia in ordine alla situazione personale e specifica dello stesso.